La birra è una delle bevande più antiche, pare affondi le sue radici fin nell’antica Mesopotamia. L’avete mai provata con il filetto di agnello? Provare per credere!
Le proprietà della birra si rivelano a partire dalla sua composizione. La presenza di vitamine, sali minerali e potassio rendono questa bevanda adatta ad essere integrata in una dieta alimentare bilanciata.
È una buona fonte di sali minerali come calcio, rame, sodio, fosforo, magnesio, potassio, ferro, selenio, silicio, fluoro e selenio, senza sottovalutare le sue proprietà antiossidanti. Grazie ai polifenoli contenuti, previene l’invecchiamento della pelle, agisce contro i radicali liberi e previene dunque l’insorgere di malattie cardiovascolari.
Ottima bevuta con moderazione può essere utilizzata anche come ingrediente in cucina, come per questa semplice ricetta, che vede protagonista un delizioso filetto di agnello e una pianta erbacea in genere poco utilizzata: il rabarbaro.
Ingredienti
- 400 g rabarbaro
- 600 g filetto di agnello
- 12 fette sottili di pancetta tesa
- 20 g di zucchero di canna
- 3 scalogni
- paprica dolce
- 1,5 dl birra doppio malto La 150º rossa Menabrea
- olio extravergine di oliva
- sale, pepe
Procedimento
Mondare il rabarbaro, privare della buccia fibrosa e tagliare a tocchetti regolari. Pulire ed affettare sottilmente gli scalogni.
In una padella riscaldare due cucchiai di olio e far rosolare brevemente gli scalogni, unire il rabarbaro, la paprica, lo zucchero e un pizzico di sale. Rosolare il tutto per qualche minuto poi sfumare con la birra e proseguire la cottura per 6/8′ minuti.
Ridurre il tutto in purea con l’aiuto di un frullatore ad immersione avendo l’accortezza di conservare qualche fetta di rabarbaro intera per l’impiattamento.
Tagliare il filetto di agnello a fette regolari del peso di 50 g ognuna, avvolgere il bordo di ogni fetta con la pancetta, ungere con poco olio e cuocere in una padella riscaldata precedentemente, 2/3′ minuti per lato. Salare e pepare e mantenere in caldo.
Distribuire tre cucchiaiate di salsa al rabarbaro su ogni piatto individuale, adagiarvi le fette di filetto di agnello e qualche tocchetto di rabarbaro e servire subito.
LA BIRRA MENABREA
Per questa preparazione ho utilizzato Birra Menabrea La 150° rossa doppio malto A bassa fermentazione, tipo Bock, da alc. 7,5 % vol., caratterizzata da una schiuma abbondante e persistente e da un colore rosso scuro. Una birra dal corpo strutturato e dall’equilibrio gustativo intenso e maltato. Ultima nata in casa Birra Menabrea che va ad arricchire l’offerta delle birre speciali.
La gamma delle birre Menabrea, che ogni anno vede l’ingresso di nuove referenze, è in grado di rispondere alle diverse esigenze dei consumatori.
Accanto alla linea La 150° Bionda, Ambrata, Strong e, ora, Rossa Doppio Malto, il brand propone la prestigiosa gamma Top Restaurant 35 Light, 55 Pils, 75 Bock e 5.2 Weiss specificatamente dedicata all’Alta Ristorazione, e le birre in distribuzione solo in prossimità del periodo natalizio, la Christmas Beer ed il bottiglione Menabrea di Natale da 2 litri in Limited Edition. Un assortimento d’eccellenza, che mantiene fede ai valori di tradizione ed innovazione del brand: una realtà di riferimento nel panorama birrario italiano ed internazionale.
Fondata a Biella nel 1846, Birra Menabrea SpA rappresenta uno dei più celebri marchi di birra presenti sul mercato italiano e non solo. La G. Menabrea e Figli è infatti la più antica casa birraria d’Italia, che da 171 anni ha sede nella storica struttura nel centro di Biella dove è presente anche un piccolo museo visitabile che racchiude la storia delle famiglie Menabrea e Thedy, proprietari da sempre dell’azienda.
Macchinari originari del 1846, utensili d’officina, attrezzi degli antichi bottai, le bottiglie, i boccali, le illustrazioni, le fotografie patinate di un tempo, ma anche i libri commerciali e le immagini pubblicitarie, un breve percorso nella storia della birra Menabrea corredato da pannelli illustrativi e didascalici.
Senza dimenticare che Birra Menabrea è stata la prima fabbrica biellese a dotarsi di energia elettrica e oggi continua a pianificare importanti investimenti industriali in grado di assicurare un processo di produzione sempre più efficiente e rispettoso dei più severi standard qualitativi e di compatibilità ambientale.
Dal 1991 integrata al Gruppo Birra Forst, Menabrea ha mantenuto intatta la sua identità, conservando e alimentando la propria cultura e tradizione.
La politica imprenditoriale lungimirante ha consentito a Birra Menabrea di consolidare la propria posizione di primario player dell’industria birraria diventando sinonimo dell’eccellenza italiana nel mondo.
Oggi Birra Menabrea è riconosciutae apprezzata per la qualità dei suoi prodotti, grazie ai quali si è aggiudicata, nel corso degli anni, prestigiosi e numerosi riconoscimenti internazionali. Oltre all’impegno nella promozione della cultura del gusto, del piacere della tavola e del bere responsabile,
Birra Menabrea si contraddistingue anche per le numerose iniziative a supporto dell’arte e del design, promosse attraverso mirate collaborazioni con primarie realtà di settore senza dimenticare incontro tra affinità elettive come quello con il caseificio Botalla, situato proprio nella medesima via di Biella, che ha dato vita a Sbirro, l’unico formaggio alla birra Menabrea.
Sbirro è il primo formaggio alla birra in Italia, una toma speciale, un esempio perfetto di come tradizione e innovazione si possano fondere per dare vita a un prodotto esclusivo, stagionato in cantina naturale per 90 giorni.
Realizzato artigianalmente con latte vaccino di Pezzata Rossa di Oropa e Bruna Alpina, esprime un sapore intenso, ma delicato, un gusto impreziosito dal particolare metodo di produzione: la toma viene infatti lavata con birra ambrata Menabrea è coperta esternamente con i fondi della cotta dei cereali utilizzati per la produzione della birra. Un altro esempio dell’attenzione ambientale dell’azienda.
Un ringraziamento particolare a a Franco Thedy, amministratore delegato di Birra Menabrea, che ha accompagnato la mia visita al birrificio: dalla sala cottura, con il mulino per la macinazione del malto d’orzo e la caldaia, alla sala di fermentazione, fino all’area dedicata alla pastorizzazione e imbottigliamento, fino al museo e alla degustazione de La 150° rossa Menabrea
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