La pasta risottata al sugo di canocchie è un primo piatto semplice che racchiude tutto il delicato sapore di questo particolare crostaceo mediterraneo.
La pasta risottata al sugo fatto con le canocchie che sono un crostaceo delizioso di piccole dimensioni ed è una tra le tante prelibatezze offerte dal mar Mediterraneo.
Le canocchie di mare, conosciute anche come cicale di mare o sparnocchie, è un crostaceo dalla carne delicatissima.
Le canocchie infatti deperiscono abbastanza velocemente, e la polpa interna tende ad asciugarsi molto in fretta, per cui e’ molto importante che siano acquistate freschissime meglio se ancora vive. Le canocchie “vecchie” o decongelate, in cottura, tendono a svuotarsi totalmente lasciando solo poche tracce di polpa all’interno del carapace.
Quando le vediamo sul banco del pescivendolo che ancora sgambettano non lasciamocele sfuggire avremo così dei piatti sublimi.
Le canocchie fanno parte della tradizione gastronomica italiana con diverse preparazioni ed è l’unico crostaceo che compare ufficialmente nella tradizionale ricetta del cacciucco livornese.
Le loro carni di notevole pregio sono migliori in particolare nel periodo autunno-inverno, adatta sia ai primi che ai secondi piatti.
La pasta con le cicale di mare e’ un piatto tipico della cucina marinare questa mia versione si discosta da quella tradizionale per una maggiore attenzione alla cottura del crostaceo per preservarne al massimo il gusto, con un tocco di originalità dato dai cipollotti e dai semi di sesamo tostati.
Ingredienti
- 320 g pasta formato pennottina Verrigni
- 500 g. canocchie o cicale di mare
- 2 cipollotti o porri novelli
- 1 spicchio d’aglio
- 1 dl. vino biancosecco
- sale
- 2 peperoncini
- olio extravergine d’oliva italiano
- semi di sesamo tostati
Procedimento
Innanzitutto pulire le canocchie, lasciandone da parte 4 intere.
Sciacquare accuratamente le canocchie sotto acqua corrente dopodiché, con un paio di forbici da cucina, asportare la testa, le zampette e le appendici che si trovano sul ventre e anche lungo tutto il dorso, praticare due tagli laterali lungo i lati del corpo.
A questo punto, sollevare con le dita i mezzi gusci e sfilare lasciando libera la polpa privandola del budello intestinale.
Mettere la polpa di canocchie in un contenitore, coprire, e riporre in frigorifero fino al momento dell’utilizzo.
In una padella riscaldare un cucchiaio d’olio con lo spicchio d’aglio in camicia schiacciato e il peperoncino, aggiungere le teste e i carapaci delle canocchie e rosolare il tutto.
Con l’aiuto di un batticarne, o di un altro oggetto pesante, schiacciare i carapaci facendo in modo che rilasciano i loro liquidi insaporendo il sugo, salare e irrorare con il vino bianco e lasciar evaporare la parte alcolica, unire un mestolo di acqua calda e lasciar sobbollire il tutto per 5/10’ muniti.
Filtrare il sugo di canocchie ottenuto eliminando i carapaci, e conservare al caldo.
Nella stessa padella rosolare i cipollotti tagliati a rondelle e il peperoncino in due cucchiai di olio, unire la pasta formato pennottine e qualche cucchiaiata di sugo di canocchie, lasciar prendere bollore unire le canocchie intere tenute da parte e, continuare la cottura unendo il restante sugo poco alla volta e mescolando di frequente come per un risotto.
Il tempo totale di cottura della pasta al dente sarà di 7’ minuti circa.
Un minuto prima della cottura della pasta, aggiungere la polpa di canocchie e amalgamare il tutto.
Servire la pasta risottata al sugo di canocchie terminando la preparazione con una spolverata di semi di sesamo, un filo di olio extravergine d’oliva e le canocchie intere.
Per questa preparazione ho utilizzato Pasta Verrigni formato pennottina trafilata al bronzo prodotta con grano duro italiano.
Pasta Verrigni ha ideato la linea “Quadro” uno scherzo delizioso con formati fondamentali per la cultura culinaria italiana: penne, bucatini, rigatoni e mezze maniche, che il pastificio ha rivisitato nelle forme, proponendole con sezione quadrata, per così dire, spigolosa che regalano compattezze nuove, un modo diverso rispetto alle loro controparti tradizionali di trattenere il sugo, una resistenza al morso molto salda in corrispondenza degli spigoli: sensazioni speciali, ricercate, divertenti che bisognerebbe concedersi di conoscere.
La ricerca e l’innovazione che caratterizzano l’Azienda VERRIGNI e la tradizione centenaria di una famiglia di pastai, arricchiscono il valore di un prodotto che oggi è diventato la vera bandiera del made in Italy autentico senza compromessi.
La materia prima coltivata in Italia che si trasforma in semola, pastificata con sapienza a pochi chilometri da Roseto degli Abruzzi.
A distanza di più di cento anni Verrigni conserva la passione dei fondatori, l’etica di scegliere sempre il meglio delle materie prime e soprattutto l’obiettivo di non snaturare queste ultime, essiccando sempre a bassa temperatura e quindi con lunghi tempi di attesa che garantiscono bontà e salubrità.
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