L’inverno lento di Merano, nel cuore dell’Alto Adige, per trascorrere qualche giorno seguendo i ritmi lenti del tempo a contatto con la natura, per rigenerarsi nel corpo e nell’anima: è un’esperienza da provare.
Ho scoperto che in tedesco esiste una parola stupenda: lebensfreude. Lebensfreude, letteralmente tradotto significa gioia di vivere, quella sensazione che ti arriva dal profondo del cuore, dalla bocca dello stomaco, come quando vedi un paesaggio stupendo da cartolina e ad un tratto ti ritrovi proiettato al centro.
Ti accorgi entrando nella Val d’Adige e percorrendo la strada che conduce a Merano, le splendide montagne i meleti e i vigneti che circondano la città, una culla pianeggiante proprio al centro di convergenza di tre splendide vallate: la Val Venosta, la Val d’Adige e la Val Passiria, le cui montagne, con tutta la loro imponenza la circondano e proteggono. Ed eccola Merano, la città attraversata dal fiume Passirio, che affascina da sempre per il suo clima mediterraneo e la sua armonia anche durante l’inverno segue un ritmo lento e piacevole, che offre tanto ma in modo naturale, armonico, con quel suo silenzio che avvolge e rilassa: lo avevano già capito lo scrittore Franz Kafka e soprattutto l’Imperatrice d’Austria Sissi, che, per la salute cagionevole della sua quarta figlia Marie Valerie, trascorse lunghi periodi in questa città.
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[tg_gallery_slider gallery_id=”13614″]Merano con i suoi palazzi in stile Liberty, i magnifici portici del centro e l’imponente edificio del Kurhaus che sembra chiacchierare amabilmente con i moderni edifici in vetro e acciaio della piazza delle Terme, si proprio le le Terme Merano e l’Hotel omonimo, entrambe progettati dal famoso architetto altoatesino Matteo Thun, due costruzioni moderne e di forte impatto per il curato design. Qui a Merano la filosofia e le regole dettate dal concetto di KlimaHaus, oggi noto in tutto il mondo, sono nate negli anni ottanta, qui già allora si studiava e pensava a come poter costruire case a basso consumo energetico.
Concedersi una giornata alle Terme di Merano è d’obbligo con le sue 25 vasche: 13 all’interno, da frequentare tutto l’anno, e 12 all’aperto dislocate nel bellissimo parco, aperte da maggio a settembre, per godersi i benefici trattamenti con prodotti locali. Alle Terme è possibile concedersi dei bagni con materie prime altoatesine come quelli in tinozza o nella vasca imperiale, oltre ai classici con essenze di mela, uva, erbe, siero di latte, pino mugo o stella alpina o passare qualche ora nella moderna palestra fitness. Sempre a proposito dì benessere c’è l’esclusiva Sky SPA sul tetto dell’hotel delle Terme, il nuovo centro benessere in legno e vetro, progettato dall’architetto di Bressanone, Hugo Demetz, dove concedere al corpo di essere custode dell’energia alimentata dai quattro elementi; acqua, fuoco, aria e terra.
Lasciarsi coccolare dai servizi offerti dall’Hotel Therme Merano è il modo migliore per staccare dalla routine quotidiana; perché Merano non è solamente la città delle terme ma un vero e proprio paradiso a misura d’uomo dove sperimentare per una volta una pausa slow dai ritmi frenetici della quotidianità, un luogo che offre la possibilità di sciare ma anche di dedicarsi a visite culturali o regalarsi gustose cene tipiche e non solo. Il lungo e attento lavoro dei cuochi e degli chef meranesi ha permesso di interpretare la tradizione, ottenendo un perfetto matrimonio tra sapori antichi e le moderne tendenze culinarie, all’insegna di una cucina leggera e raffinata.
una cena nel Ristorante Olivi dove gustare la cucina sana ed equilibrata dello chef Karlheinz Falk o nel più informale bistrot, e per continuare la serata un cocktail al Palm Lounge dell’hotel Therme Merano preparato dall’estroso e simpaticissimo bartender Aaron Stecher, “per poi addormentarsi in una delle confortevoli camere dell’ hotel-Therme Merano cullati dal rumore dello scorrere del Passirio.
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[tg_gallery_slider gallery_id=”13616″]Per i golosi più esigenti c’è il Ristorante Sissi dove lo chef stellato Andrea Fenoglio, di origini piemontesi, ha creato un luogo di incontro tra tradizione e sperimentazione. Un ambiente caldo e accogliente dove assaporare i piatti creati con i migliori ingredienti di stagione sapientemente elaborati dalla sua costante ricerca, a cui non manca una nota di gioco e ironia. È un piacere unico intrattenersi con lo chef che ama presentare personalmente i suoi piatti. Un esempio tra tutti, la pizza liquida, in cui gli ingredienti sono destrutturati e trasformati in un “acqua” al sapore di pomodori e origano con una spolverata di minicrostini e un cubetto di mozzarella serviti in un piccolo bicchiere. Uno “scherzo della cucina”, come lo chiama Andrea Fenoglio, curiosa e decisamente gustosa, senza dimenticare la deliziosa interpretazione del vitello tonnato, in onore alle sue origini piemontesi, o la spalla d’agnello con purea di topinambur cotta alla perfezione. Come ama definirla lo chef una cena al Ristorante Sissi è una vacanza nella vacanza.
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[tg_gallery_slider gallery_id=”13618″]Ci sono, poi, le antiche fattorie contadine sulle alture intorno a Merano, i masi, sempre pronti a offrire il meglio della tradizione, dallo speck al graukäse ai canederli, ai i tipici ravioli di patate ed il pane e i dolci fatti in casa, come gli strudel o le torte al cioccolato; assolutamente da non perdere una sosta al maso Greiterhof , il regno del giovanissimo Alex e di sua moglie, vale la pena di arrivare fin quassù per gustare la cucina altoatesina più autentica preparata con ingredienti coltivati e allevati in casa e la splendida vista sulla vallata di Merano. Un piccolo Eden dove le uova arrivano dal pollaio, le verdure dall’orto, le carni dalla stalla, e persino la birra è di propria produzione.
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[tg_gallery_slider gallery_id=”13620″]Un’altra tappa golosa per assaggiare il gröstl di patate, speck croccante e uova, i canederli pressati o la deliziosa kaiserschmarren con confettura di ribes alla malga Waidmannalm proprio sulle piste del comprensorio sciistico di Merano 2000 che si può raggiungere in soli 7 minuti dalla città grazie alla più grande funivia dell’Alto Adige la cui cabina può trasportare 120 persone per volta, un vero e proprio esempio di mobilità ecosostenibile, inoltre tutti gli impianti di risalita di Merano 2000 sono particolarmente accessibili per persone con handicap fisici.
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[tg_gallery_slider gallery_id=”13622″]Merano 2000 è il paradiso degli sciatori con più di 40 km. di piste ma offre un innumerevole scelta anche per chi desidera un approccio più slow con la neve: 3 km di pista da slittino, percorso di sci alpinismo, sentieri da percorrere con le ciaspole e a piedi. Ci sono anche un Outdoor Kids Camp, per i più piccini, e un attrezzato Snowpark. Inoltre, per chi ama il brivido ci sono il parapendio e l’Alpin Bob, una pista per slittino su rotaie che si snoda per 1,1 km nella neve. Da questa splendida terrazza su Merano si gode di una vista imperdibile sulle Dolomiti, meraviglia della natura dichiarata patrimonio naturale dall’ UNESCO. Per gli inguaribili romantici c’è anche la possibilità di fare un aperitivo sulla Cabina VIP della Cabinovia Falzeben poltroncine imbottite musica di sottofondo frutta fresca e i deliziosi finger food preparati dagli chef del Josef Mountain Resort il tutto annaffiato dalle bollicine Trento doc.
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[tg_gallery_slider gallery_id=”13624″]Per godersi una marcia in più di questo inverno slow di Merano vale la pena di percorrere la passeggiata Tappeiner considerata tra le più belle d’Europa, che fu ideata da Franz Tappeiner, noto medico di Lasa appassionato di antropologia e di botanica. Un percorso pianeggiante da cui si gode di una splendida vista su tutta la città di Merano, dove la tipica vegetazione locale si confonde con piante mediterranee, come eucalipti, pini marittimi, agavi, ulivi, e con specie esotiche come palme, bambù e cactus. Qui si trova anche il giardino delle erbe aromatiche, creato nel 2002, con circa 230 erbe e piante diverse tutte illustrate da tavole botaniche, una vera Bengodi per chi ama utilizzarle in cucina.
Per godere della splendida vista su Merano e dintorni basta salire sulla torre della polveriera che si incontra percorrendo la passeggiata Tappeiner, qui un tempo veniva conservata la polvere da sparo.
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[tg_gallery_slider gallery_id=”13626″]Fondamentale, prima di rientrare nei ritmi frenetici quotidiani, un po’ di shopping goloso per portare un pezzetto di Alto Adige a casa. Proprio sotto gli splendidi portici del centro apre i battenti la Macelleria e Gastronomia Siebenförcher, qui dal 1930 nasce l’autentico speck lavorato artigianalmente. Una vera e propria boutique del gusto dove trovare anche ottima carne fresca, salumi, formaggi, pasta e vino provenienti anche dal resto d’Italia. Qui si viene per acquistare il vero speck lavorato artigianalmente solo con ingredienti naturali fatto con maiali selezionati e marchiato a fuoco dal Consorzio di tutela Alto Adige.
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[tg_gallery_slider gallery_id=”13628″]Da non perdere una sosta da Pur Südtirol il mercato del gusto alpino il mercato biologico dove trovare più di 2000 prodotti che convergono qui direttamente dai Masi altoatesini.
Da Pur è anche possibile concedersi una pausa pranzo o uno spuntino dolce o salato: da assaggiare l’ apfelpizza una sorta di pizza integrarle con lievito naturale guarnita con purea di mele, speck e formaggio alle erbe davvero gustosa o una delle zuppe del giorno.
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[tg_gallery_slider gallery_id=”13636″]Un ultima tappa, ma non per ordine di importanza, va fatta a Lana alla Bäckerei Schmidt
che dal 1890 produce pane artigianale per scoprire tutti i segreti dello schüttelbrot una delle infinite varietà di pane dell’Alto Adige, forse il più famoso per la sua croccantezza e il suo sapore caratteristico dato dai semi di finocchio, cumino e fieno greco. più basso di tutti, non ha mollica ma è fatto di sola crosta fatto con di farina di segale. Ha l’aspetto di un disco color nocciola chiaro, ma se è stato fatto come si deve, cioè a mano, il centro sarà bruno e tendente al bruciacchiato. Quello che al profano sembra un difetto, è invece la garanzia della fattura artigianale. Schüttelbrot significa “pane scosso”, e non potrebbe chiamarsi altrimenti visto il metodo di lavorazione. Quando il panetto di farina di segale raggiunge i tre quarti della lievitazione, viene posto su un tavoletta di legno rotonda. Al contrario di quanto si possa pensare, il panetto non viene steso con le mani ma facendolo girare e saltellare sul tagliere, la sbattitura continua per ogni frazione di giro fa si che e alla fine la pagnottella, che prima era tondeggiante, rimane appiattita sulla tavola. Cioè si trasforma in un disco più spesso ai bordi e più sottile al centro per via dei colpi ricevuti durante la rotazione. A questo punto è pronto per il forno dove, inevitabilmente, il centro più sottile si cuocerà prima del resto risultando più scuro. Vi assicuro che cimentarsi nella stesura dello schüttelbrot non è cosa semplice, e io ci ho provato.
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[tg_gallery_slider gallery_id=”13632″]Alla panetteria Schmidt viene prodotta un’alta chicca golosa imperdibile: i krapfen, che in Alto Adige sono il dolce tipico di carnevale farciti con marmellata di albicocche, ma vengono prodotti tutto l’anno.
Senza mezzi termini il krapfen più buono che ho mai assaggiato, delizioso nella versione classica o con marmellata di lamponi ma per i più golosi c’è una versione con crema arricchita di marsala all’uovo.
Un ultimo sguardo a questo paesaggio da cartolina, un respiro profondo per portarsi via un po’ di lebensfreude prima prendere la via di casa programmando già un prossimo viaggio a Merano e tu cosa fai vieni con me?