Il risotto al cavolo nero e ricci di mare è un primo piatto saporito in cui terra e mare si legano perfettamente.
Un delizioso risotto al cavolo nero un ortaggio invernale poco conosciuto ed utilizzato rispetto alle altre varietà di cavoli e non da tutti apprezzato perché ritenuto ingiustamente povero e non sufficientemente nobile da essere presentato in tavola.
In realtà, il cavolo nero è un ottimo ingrediente, pregiudizi a parte, il suo basso contenuto calorico, l’elevato apporto di calcio, fosforo, ferro potassio, acido fonico e vitamine del gruppo A-E-C ne fanno uno dei vegetali di stagione più sani.
Le proprietà antinfiammatorie naturali di questa varietà di cavolo lo rendono idoneo ad una dieta alimentare preventiva contro il cancro.
Perfetto anche per prevenire l’influenza e i malanni di stagione grazie al notevole contenuto di vitamine.
Proprio per non perdere queste ultime, quando cucinate il cavolo nero, al vapore, bollito o stufato, cercate di mantenere le foglie croccanti poiché una cottura prolungata distrugge le vitamine in esso contenute e lo rende meno digeribile.
Tra i rimedi della nonna le foglie di cavolo nero vengono utilizzate per curare le infiammazioni ossee e quelle articolari. Non solo mangiandolo, ma posizionando alcune foglie sulla zona dolente e la tradizione vuole che si riesca anche ad alleviare i sintomi di distorsioni e tumefazioni.
A livello alimentare il cavolo nero aiuta ad accelerare il processo di guarigione dallo stato infiammatorio delle mucose gastriche, ed è efficace anche contro l’ulcera gastrica e le coliti ulcerose.
Ma torniamo alla versatilità in cucina del cavolo nero, lo si può infatti cucinare in una svariata quantità di piatti e preparazioni, su tutte spiccano la classica zuppa toscana di cavolo nero : la famosa ribollita .
In questa semplice ricetta il cavolo nero diventa protagonista di un risotto insieme ai ricci di mare un perfetto primo piatto sano e nutrizionalmente corretto con un bassissimo contenuto di grassi.
Ingredienti
- 320 g. riso varietà Carnaroli
- 300 g. di cavolo nero
- 1 scalogno
- 100 g. polpa di ricci di mare (conservata)
- olio extravergine di oliva italiano
- 10 g. zucchero
- Sale, pepe
Procedimento
Lavare bene il cavolo nero, separare le foglie ed eliminare dalle la costa centrale.
Versare in una pentola capiente dell’acqua, senza riempire. Quando l’acqua bolle, unire poco sale, lo zucchero e scottate le foglie di cavolo nero per 2 minuti circa. Scolate e tenete da parte la pentola e l’acqua di cottura.
Una volta intenerito, scolatelo e lasciatelo raffreddare con acqua fredda per preservarne il colore verde.
Con l’aiuto di un frullatore ad immersione ridurre in crema il cavolo nero con un filo d’olio e un mestolo d’acqua di cottura, fino ad ottenere un composto liscio e cremoso.
Riscaldare il riso con lo scalogno intero, solamente privato della buccia esterna, a diretto contatto con la pentola in cui verrà cotto senza alcun condimento.
Meglio utilizzare una pentola in acciaio, con fondo spesso che garantisce continuità di temperatura, riducendo gli sbalzi termici.
Il calore deve essere medio-alto, evitando però di bruciare il riso.
Tostare il riso per almeno 2′ min circa muovendolo spesso con un mestolo.
Portare a cottura il risotto unendo l’acqua utilizzata per sbollentare il cavolo nero tenuta in caldo, poca alla volta, mescolando spesso.
Giunti a metà cottura unire la crema di cavolo nero.
A cottura ultimata, allontanare dal fuoco, prelevare li scalogno, e mantecare il risotto al cavolo nero con due cucchiaiate d’olio e un cucchiaio di polpa di ricci.
Disporre il risotto nei piatti e guarnire con petali di scalogno e quenelle di polpa di ricci di mare.
Per questa ricetta ho utilizzato riso varietà Carnaroli dell’Azienda Agricola Principato di Lucedio.
L’Abbazia di Lucedio fu fondata nel 1123 dai monaci Cistercensi che bonificarono il territorio introducendo all’inizio del ’400 – primi in Italia – la coltivazione del riso.
Oggi Principato di Lucedio è un’azienda che occupa oltre 500 ettari. Il complesso architettonico dell’Abbazia fa parte del Bosco delle Sorti della Partecipanza, Parco Regionale del Piemonte che protegge uno dei pochi boschi di foresta rimasti.
Il processo di produzione del riso Principato di Lucedio, a basso impatto ambientale, e il confezionamento, senza conservanti in atmosfera modificata, garantiscono ai prodotti qualità nutrizionali elevate.
Fra le varietà coltivate, troviamo i risi della grande tradizione gastronomica italiana, conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo, come il Carnaroli, l’Arborio e il Vialone Nano.
Queste ed altre informazioni su www.principatodilucedio.it
se anche tu come me ami il risotto qui trovi tante altre ricette
Carola
Bellissima ricetta. Non immaginavo ci fossero i ricci nel risotto. Dev’essere fantastico.
Monica Bergomi
Siii! È davvero da provare, comunque è ottimo anche senza