Dei semplici ravioli di ricotta che profumano di tartufo serviti su una crema di topinambur, un primo piatto perfetto per la tavola delle feste.
Tartufo, una vera prelibatezza, tipica di alcune regioni d’Italia, come il Piemonte e l’Umbria. Viene utilizzato semplicemente per condire pasta e risotto, oppure sotto forma di crema da spalmare sul pane. Il suo profumo e il suo sapore non sono sempre graditi a tutti, ma sono di certo inconfondibili.
Il tartufo è uno dei prodotti italiani che tutto il mondo ci invidia; appartiene al genere Tuber e viene definito un fungo ipogeo, cioè che cresce sotto terra. I tartufi crescono spontaneamente nel terreno accanto alle radice di alcuni alberi o arbusti, detti piante simbionti, che ne consentono la crescita. Normalmente i tartufi vengono raccolti a mano e secondo tradizione vengono individuati con l’aiuto dei cani, il cui fiuto è particolarmente sensibile alla loro presenza.
Il sapore e il profumo di questo tubero è molto intenso per cui basta una modesta quantità per arricchire il sapore di pietanze o salse. Dal punto di vista nutrizionale, per quanto se ne consumino quantità molto ridotte, il tartufo ha un valore alimentare superiore a quello dei funghi. Composto prevalentemente da acqua, presentano una ben rappresentati sono anche i sali minerali (calcio, potassio, magnesio, fosforo e una buona quota di proteine, ferro e le vitamine dei gruppi A, B, e C.
Anche in ambito cosmetico sembra che il tartufo abbia notevoli qualità per l’elevata concentrazione di sostanze antiossidanti, infatti, sembra renderlo un trattamento anti-age naturale, anche se l’ingente costo lo renda poco appetibile per questo impiego.
Secondo alcuni studiosi una crema a base di tartufo sarebbe un ottimo ed efficace riparatore dei danni della pellecausati dall’acne, evitando gli effetti collaterali dei farmaci più tradizionali per la cura di quest’affezione; inoltre sembra avere un’azione schiarente e anti-macchia ed un effetto tensore.
In pratica una super crema antirughe. Se poi si considera che dal punto di vista psicologico allevia i sintomi della depressione non ci resta che usarlo in una ricetta.
Ma vediamo come portare in tavola questi deliziosi ravioli di ricotta al tartufo su crema di topinambur
Ingredienti
- 300 g farina di grano tenero 00
- 3 uova medie
- 300 g di ricotta vaccina
- 300 g topinambur
- olio extravergine di oliva italiano
- 15 g purea di tartufi
- 80 g crema di porcini tartufata
- sale, pepe
- semi di papavero
Procedimento
Miscelare per qualche minuto la farina con un pizzico di sale, unire le uova formando un composto sodo e omogeneo, coprire con della pellicola per alimenti e riporre al fresco per almeno 30′ minuti.
Preparare il ripieno mescolando la purea di tartufo alla ricotta, regolare di sale e pepe.
Stendere l’impasto, con il matterello o l’apposita macchinetta, ottenendo delle sfoglie di circa 3 mm di spessore, con uncucchiaino distribuire, a distanza regolare, il ripieno, coprire con un’altra
sfoglia di pasta avendo l’accortezza di premere intorno al ripieno per far fuoriuscire l’aria. Con una rotella dentata ritagliare in quadrati di uguale dimensione.
Privare i topinambur della buccia e tagliare a tocchetti regolari.
In una casseruola riscaldare 1 cucchiaino d’olio ed unire i tocchetti di topinambur, rosolare per alcuni minuti. Coprire a filo il tutto con dell’acqua calda e cuocere per 10/12’min., unire la crema di porcini e tartufo e frullare il tutto ottenendo una crema densa, mantenere in caldo.
Portare a bollore abbondante acqua, salare e cuocervi i ravioli per 3/4′ minuti, scolare delicatamente e condire con un filo d’olio. Per il servizio stendere un velo di crema di topinambur al centro del piatto ed adagiarvi i ravioli di ricotta al tartufo e cospargere con semi di papavero e pepe macinato al momento a piacere.
Per questa preparazione ho utilizzato purea di tartufi bianchetti e crema di porcini tartufata dell’Azienda Urbani Tartufi che dal 1852, quando Costantino Urbani avviò l’esportazione dei tartufi freschi in Francia, a Carprentas, all’attuale generazione Urbani composta da Olga, Carlo e Giammarco. Nello stabilimento di Sant’Anatolia di Narco, in provincia di Perugia, lavorano 150 dipendenti che utilizzano tecnologie innovative per la lavorazione e la conservazione del tartufo, che ne esaltano le caratteristiche naturali e ne permettono nuove occasioni d’uso. L’organizzazione attenta ed integrata del ciclo produttivo e la qualificata preparazione della rete di vendita, consentono di portare il prodotto sulle tavole dei buongustai di tutto il mondo, nelle stesse condizioni in cui lo si sarebbe potuto apprezzare sul luogo di origine. Insieme a quello di Sant’Anatolia, è presente lo stabilimento produttivo di Terni. Oltre alle due sedi ubicate in Umbria, la Urbani Tartufi è presente ad Alba, con la Tartufalba Morra, e a Milano con lo store situato nel centro della capitale lombarda.
Tutti i prodotti sono comodamente acquistabili on-line direttamente sul sito dell’azienda.