Profuma di rosa e di cannella, di pepe, di foglie di salvia e confettura di prugne, al palato è suadente e vellutato con un’equilibrata freschezza e un finale molto persistente: è il Moscato di Scanzo, il vino con la più piccola Docg d’Italia.
Solamente 31 ettari di vigneti coltivati su ripidi rilievi collinari in provincia di Bergamo nel comune di Scanzorosciate. Qui il terreno ha una composizione molto particolare, caratterizzato da formazioni calcareo-marnose, che affiorando in superficie si sgretolano, dando origine ad un terreno ricco di minerali. Il clima fresco e le forti escursioni termiche, permettono una maturazione lenta e graduale delle uve che possiedono una grande ricchezza aromatica. Il moscato di Scanzo DOCG è un vitigno autoctono a bacca rossa che appartiene alla vasta famiglia delle uve moscato, da secoli coltivato nel territorio della bergamasca. Oggi è riconosciuto come uno dei piccoli gioielli della enologia italiana da salvaguardare e promuovere come una straordinaria eccellenza. Il vino nasce dall’appassimento delle uve per un periodo di circa 3 settimane, prima di procedere al lento processo di vinificazione. Il risultato è un nettare dai profumi e dagli aromi seducenti e affascinanti.
Il vitigno Moscato di Scanzo è di origini molto antiche ed è stato probabilmente portato sui colli di Scanzo dalle legioni romane, ricompensate delle vittorie riportate sui Galli con terreni coltivabili nella zona del Bergamasco, anche se le sue origni più remote sono probabilmente elleniche. Appartiene alla vasta famiglia dei Moscati, vitigni aromatici il cui nome deriva da “muscum”, muschio, il cui aroma caratteristico si ritrova nell’uva e che probabilmente corrisponde all'”anathelicon moschaton” dei Greci. Il Moscato di Scanzo è presente esclusivamente in Lombardia e la sua zona tipica di produzione è intorno al comune di Scanzorosciate in Valcalepio. Il vino Moscato di Scanzo è diventato docg nel 2009 dopo essere stato insignito della DOC nel 2002. E’ stato iscritto al catalogo nazionale delle varietà di vite solamente nel 1981, mentre in passato è stato anche erroneamente confuso con l’Aleatico e la Negrara trentina.
Nel cuore di questa piccola piccola parte della Valcalepio nella frazione di Tribulina di Scanzorosciate c’è l’Azienda agricola Il Cipresso, con una lunga storia di amore per il territorio, di passione per uno dei suoi gioielli più preziosi e di legami familiari.
Quando nel 2003 Angelica Cuni e il marito Alfonso decidono di acquistare l’imponente villa seicentesca che diventerà il cuore pulsante de Il Cipresso decidono di dedicare la loro attenzione e la massima cura al vigneto di uva Moscato di Scanzo che da oltre 25 anni cresce nella proprietà.
Da quel momento molta strada è stata percorsa per arrivare all’attuale
conformazione de Il Cipresso: 7 ettari di vigneto votato alla coltivazione delle uve per la produzione di vini DOC e DOCG. In particolare passeggiando per i vigneti si incontrano le viti di Merlot e Cabernet Sauvignon per il Valcalepio Rosso DOC, Pinot Bianco, Pinot Grigio e lo Chardonnay per il Valcalepio Bianco DOC e il Moscato di Scanzo per il prezioso Serafino Moscato di Scanzo DOCG. Dalle uve di Moscato di Scanzo nasce anche Il Cipresso Alberico, un vino rosso spumante dolce.
A completare la produzione uno spumante Brut Millesimato metodo classico, prodotto con uve di Chardonnay e Incrocio Manzoni: il Cipresso Celstino, e le grappe Matilde e Antonia, prodotte dalla distillazione delle vinacce del Moscato di Scanzo.
Tra le novità in cantiere c’è la produzione di due vini tradizionali del territorio bergamasco. In seguito all’impianto di 3 nuovi ettari di vigneto, si è scelto di piantare due vitigni autoctoni bergamaschi: l’Incrocio Manzoni 6.0.13 e l’Incrocio Terzi n°1 destinati alla nuova DOC Terre del Colleoni. Due vitigni davvero particolari che nascono dall’incrocio di due viti diverse a formarne una nuova. L’Incrocio Manzoni 6.0.13 è un incrocio di Pinot Bianco per Riesling Renano. L’Incrocio Terzi n°1 è un incrocio di Barbera per Cabernet Sauvignon. Ma la punta di diamante dell’Azienda Il Cipresso resta il raro Serafino Moscato di Scanzo che nel corso degli anni è stato insignito di numerosi premi e riconoscimenti.
Nel 2017 è stata completamente ristrutturata l’antica Villa seicentesca, orgoglio della Signora Angelica, ed è stato creato uno splendido showroom nel quale trovano la giusta vetrina le produzioni dell’Azienda Il Cipresso.
La nuova cantina sposa un concetto decisamente innovativo di azienda vitivinicola, posizionata al centro dei suggestivi vigneti aziendali. Molto bella da visitare anche la nuova bottaia, un posto perfetto per degustare in tranquillità i vini più invecchiati de Il Cipresso.
La vendemmia 2018 segna una data storica per la filosofia dell’azienda infatti, dopo tre anni di riconversione, dal 2018 la produzione de Il Cipresso sarà certificata completamente biologica.
Una scelta legata al profondo amore e rispetto che legano Angelica, Alfonso, il figlio Cristian e la compagna Roxana al territorio nel quale abitano e del quale hanno scelto di prendersi cura.
Durante la mia piacevole visita all’Azienda Il Cipresso ho avuto il piacere e l’onore di partecipare ad una sorprendente ed insolita verticale del raro Serafino Moscato di Scanzo DOCG. A guidare la degustazione il consulente aziendale: l’enologo Sergio Cantoni, Presidente del Consorzio Tutela Valcalepio.
Una degustazione di quattro preziose annate di Serafino Moscato di Scanzo DOCG in abbinamento a differenti tipologie di cioccolato, preceduta da un divertente test bendato per il riconoscimento dei singoli sentori del Moscato di Scanzo: petali di rosa, foglie di salvia, pepe nero, cannella e confettura di prugne nella loro forma originale.
Sono state poi degustate, in abbinamento ad un cioccolato fondente con il 55% di cacao le annate 2013 (messo in bottiglia nel 2016) e 2011 (messo in bottiglia nel 2014).
Ad accompagnare un cioccolato fondente con il 61% di cacao due annate rare il 2007 ( messo in bottiglia nel 2010) e l’ormai introvabile 2003 ( messo in bottiglia nel 2000).
Secondo il mio modesto parere il Serafino Moscato di Scanzo 2013 è il compagno perfetto non solo per la pasticceria secca e i dolci tipici della provincia di Bergamo ma anche con gli eccellenti formaggi dalle terre orobiche come lo Strachitunt DOP, lo Stracchino del Monte Bronzone DOP stagionato e fresco, il TaleggioDOP, e il raro Blu di Capra prodotti in zona.
Serafino Moscato di Scanzo DOCG è sicuramente anche un vino da coccole sul divano: sontuoso senza essere melenso che lo rendono un ottimo vino da meditazione dall’eleganza rara e fascino unico, un peccato non conoscerlo.
Tutte le informazioni per conoscere meglio l’Azienda su
Il Cipresso
via Cerri,2 – 24020 Tribulina – Scanzorosciate (Bergamo)
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