Il bianco del risotto alla Robiola di Roccaverano e il rosso del vino Brachetto d’Acqui DOCG per un piatto goloso che stimola il buonumore.
Oltre al gusto e alle qualità nutrizionali anche il colore ha un ruolo importante nella scelta dei cibi. La gradazione cromatica di ciò che abbiamo nel piatto non solo influenza la gradevolezza del pasto ma nel caso di frutta e vino indica la presenza di pigmenti, ossia i coloranti naturali dei vegetali che in molti casi sono benefici per la nostra salute.
In Monferrato, territorio nominato Patrimonio dell’Unesco, nascono diverse eccellenze fra cui i vini Brachetto d’Acqui e Acqui DOCG Rosé, ma anche ottimi formaggi come la Robiola di Roccaverano DOP, le mele IGP di Cuneo e le castagne IGP di Cuneo.
Il formaggio Robiola di Roccaverano DOP è un formaggio a pasta morbida, a latte 100% caprino oppure caprino/bovino, realizzato artigianalmente nel territorio situato nelle colline intorno al paese di Roccaverano (AT), in Piemonte.
Ed è proprio attingendo dai prodotti del Monferrato e della Regione Piemonte che ha preso forma questo insolito risotto in cui la dolcezza del vino Brachetto d’Acqui DOCG li coniuga perfettamente son la sapidità della Robiola di Roccaverano DOP e la leggera acidità del ribes rosso.
Ho pensato a questa semplice ricetta.
Ingredienti (per 4 persone)
- 320 g riso varietà Carnaroli
- 150 g Robiola di Roccaverano DOP stagionata
- 3 dl Brachetto d’Acqui DOCG
- 30 g burro di panna
- ribes rosso
- viole mammola edibili
- sale
Procedimento
In una piccola casseruola portare ad ebollizione il vino Brachetto d’Acqui DOCG fare evaporare l’alcool, abbassare la fiamma e lasciar sobbollire per circa 10 minuti, comunque fino a quando il vino si sarà ridotto della metà.
Contemporaneamente riscaldare il riso a diretto contatto con la pentola in cui verrà cotto senza alcun condimento.
L’ideale sarebbe utilizzare una pentola in acciaio, con fondo spesso che garantisce continuità di temperatura, riducendo gli sbalzi termici.
Il calore deve essere medio-alto, evitando però di bruciare il riso.
Tostare il riso per almeno 2′min circa muovendolo spesso con un cucchiaio.
Quando il riso sarà tostato, cioè i chicchi saranno traslucidi e, mescolando, si sentirà il tipico rumore di ghiaia, unire un mestolo di acqua calda leggermente salata.
Portare il risotto a cottura, unendo dell’acqua, leggermente salata ben calda, poco alla volta, continuando a mescolare.
A cottura ultimata, lontano dal fuoco, mantecare il risotto con la Robiola di Roccaverano DOP, tagliata a tocchetti, e il burro ben freddo.
Prima di servire lasciar riposare il risotto, coperto con uno strofinaccio pulito, per 2/3′ minuti.
servire il risotto mettendo al centro di ogni singolo piatto una cucchiaiata di riduzione di Brachetto d’Acqui DOCG, e posizionandovi sopra il risotto alla Robiola di Roccaverano, allargandolo a specchio sul piatto.
Terminare la preparazione con un rametto di ribes roso, le viole mammola e qualche goccia di riduzione di Brachetto d’Acqui DOCG.
Ho elaborato questa ricetta su gentile richiesta del Consorzio Tutela Brachetto d’Acqui.
Il Brachetto d’Acqui DOCG è un vino dall’inconfondibile perlage, profumo e sapore: frizzante ed aromatico, che ben si presta a tutte le occasioni conviviali e legate alla buona tavola.
La sua storia è davvero antica e questo grande patrimonio enologico, unito alla limitatezza del territorio di produzione, fanno sì che il Brachetto d’Acqui rappresenti davvero un’eccellenza nel panorama dei vini italiani.
Il vino Brachetto d’Acqui DOCG dal colore rosso rubino intenso, un vino aromatico ed elegante, in cui si colgono nitidamente i tipici sentori di rosa e di frutti rossi.
Consorzio Tutela Vini d’Acqui nasce nel 1992 ad Acqui Terme con lo scopo di controllare e regolamentare la crescita del Brachetto a tutela del territorio d’origine, dei suoi produttori e del consumatore finale. Il Consorzio riunisce 60 aziende tra cui aziende agricole, cantine cooperative e aziende spumantiere.
Nel 1996 il Brachetto d’Acqui ottiene la DOCG grazie al forte impulso del Consorzio che contribuisce a definire con maggiore precisione, dal punto di vista legale ed amministrativo, le peculiarità sia del vino sia dello spumante, elevando così il livello di entrambe le categorie tutelate.
Il Consorzio concretizza inoltre il proprio impegno volto alla valorizzazione della denominazione attraverso un’attenta programmazione della produzione, ad azioni di promozione mirate alla crescita della visibilità di un marchio simbolo del Made in Italy e ad attività educative mirate a divulgare le qualità del Brachetto e a sostenerne la commercializzazione in Italia e all’estero.
Tutte le info qui .bracchettodacqui.com
Alessandro
“In Monferrato, territorio nominato Patrimonio dell’Unesco, nascono diverse eccellenze fra cui […] le mele IGP di Cuneo e le castagne IGP di Cuneo”.
Udite, udite, pare che Cuneo e l sua provincia siano state spostate… in provincia di Asti e di Alessandria, ovvero nel Monferrato! 😀 😀 😀 E dire che la provincia di Cuneo è detta la Provincia Granda: ci starà?
Gentile signora Bergomi, visto che racconta di “esplorare il mondo fuori dalla dispensa, viaggiando, studiando e imparando dai grandi chef”, l’umile consiglio che le viene da un langarolo (a proposito, lo sa dove sono le Langhe, vero?) è quello di dedicarsi, fra un viaggio e l’altro, anche allo studio della geografia. Potrebbe avere qualche sorpresa.
Monica Bergomi
grazie Alessandro