Muri in terra cruda, ville nobiliari, ex conventi e cascine contadine, fino ad elegantissimi relais ed intorno, sopra e sotto, filari e vigneti a perdita d’occhio, in un suggestivo alternarsi di distese verdi e di terra bruna macchiato qua e là da roseti colorati, questo è il territorio del Gavi.
Il Gavi è quel lembo di terra compreso tra Lombardia e Liguria, a circa 30-40 km dal mare, che dalla Pianura Padana arriva all’Appennino Ligure, occupando 11 comuni. Perchè qui in Gavi, al centro della Val Lemme, tra colli e stradine, castelli e abbazie, il tempo scorre ancora lento e la vita ha tutta un’altra dimensione. E soprattutto un altro sapore: quello del suo omonimo vino il Gavi Docg.
Quel vino bianco che ha fatto la storia e la tradizione di quest’oasi di tranquillità e di aria buona di cui ancora non è molto chiara l’appartenenza regionale, nonostante le coordinate geografiche lo collochino indiscutibilmente in Piemonte, in provincia di Alessandria, gli abitanti sono pervasi da un animo decisamente più ligure. E questo è proprio il motivo principale per cui Gavi è diventata terra votata alla produzione di vino bianco in una regione, il Piemonte, nota in tutto il mondo per i grandi vini rossi.
La Repubblica di Genova ha infatti a lungo posseduto questo territorio, diventato sede delle dimore di campagna di ricchi, nobili e notabili: la cucina genovese, pesce, carni magre e verdure, veniva esaltata dal bianco ottenuto dal vitigno autoctono, il Cortese. Le prime testimonianze storiche della tradizione vitivinicola della zona sono datate 3 giugno 972: un documento conservato nell’Archivio di Genova parla dell’affitto a due cittadini di Gavi di vigne e castagneti da parte dell’Arcivescovo di Genova.
In un territorio ricco di borghi e castelli non mancano certo i racconti, spesso al confine tra favola e leggenda, come quello della bellissima Principessa Gavia, figlia di Clodomiro, Re dei Franchi, Gavia, che per amore del suo Paggio fugge da suo padre, che la vuole sposa di un suo alleato potente. Attraversate le Alpi in pieno inverno, fu accolta e prese dimora, grazie anche all’intercessione del Papa, nel borgo che oggi si chiama Gavi proprio in suo onore. Ed inoltre la leggenda continua dicendo che la principessa bella e “cortese” pare abbia ispirato anche il nome del vitigno del territorio, il Cortese per l’appunto.
Il Gavi Docg: limpido e puro, riflette bagliori paglierini, con sentori delicati di frutta bianca e matura, albicocca, agrumi, fiori bianchi ed erbe aromatiche. Se affinato in botti di legno, si possono avvertire lievi sentori legnosi e di vaniglia. In bocca è asciutto, gradevole, di gusto fresco e armonico. Da allora le bottiglie di Gavi hanno solcato i mari e poi i cieli innumerevoli volte fino a essere oggi distribuite in circa 70 Paesi con un assorbimento di quasi l’85% della produzione annua. Il primo mercato è il Regno Unito, fatto abbastanza insolito perché per molto tempo la terra d’Albione è stata tra le più ostiche verso i vini italiani. A seguire troviamo Germania, Stati Uniti, Giappone e persino la Russia.
La storia moderna del Gavi parte dalla concessione della Doc nel 1974 relativa all’area compresa all’interno dei confini di 11 comuni della provincia di Alessandria (Bosio, Carrosio, Capriata d’Orba, Francavilla Bisio, Gavi, Novi Ligure, Parodi Ligure, Pasturana, San Cristoforo, Serravalle Scrivia e Tassarolo). Altra data importante è il 1993, anno di fondazione del Consorzio tutela del Gavi, oggi con il giovanissimo Presidente Roberto Ghio, l’ente agisce in favore e a sostegno di tutta la filiera di produttori, vinificatori e imbottigliatori che da impiego a più di 5000 persone. In oltre vent’anni il Consorzio tutela del Gavi ha percorso importanti tappe di qualificazione e rivalutazione della denominazione, a cominciare dall’ottenimento della Docg nel 1998.
Il Gavi DOCG si produce in 5 diverse tipologie: Fermo, Frizzante, Spumante, Riserva e Riserva Spumante Metodo Classico.
Ciò che rende speciale questo vino è il microclima della zona, in cui si incontrano il vento, chiamato proprio il marin, che soffia dal Mar Ligure con l’Appennino e la sua neve. Due sono i tipi di terreni: quello bianco, marnoso e calcareo e quello rosso argilloso. Tutto ciò, insieme alla fatica ed alla passione degli uomini, porta ad un vino dai grandi profumi, elegante, fresco ed anche capace di invecchiare.
In quest’ottica il Consorzio tutela del Gavi da tempo promuove importanti iniziative che mettano in risalto la storia, l’arte, la natura e la gastronomia del territorio. Tra queste, il Premio Gavi la Buona Italia svoltosi quest’anno il 25 maggio, nella suggestiva location de La Centuriona, il prestigioso premio giunto alla quarta edizione che ha l’obiettivo di mettere sotto i riflettori tutto ciò che di positivo c’è attorno al vino italiano: dalla tutela dei territori alla difesa dei beni culturali ed artistici, dalla comunicazione strategica al turismo enogastronomico. Importante occasione anche per presentare la nuova annata del consorzio.
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[tg_gallery_slider gallery_id=”14171″]Altro appuntamento è Di Gavi in Gavi, durante il mese di agosto, quest’anno la data fissata è il giorno 26, evento dove vengono aperte al pubblico le corti private del borgo medioevale per assaggiare il Gavi Docg di tutti i produttori in abbinamento alle ricette tipiche, e non solo, degli undici comuni ed assaggiare i ravioli di Gavi la cui ricetta è oggi gelosamente tutelata da un Ordine di Cavalieri che, da oltre 40 anni, si occupa della sua promozione. Il raviolo è, come da tradizione, preparato con carni bovine e suine, uova, formaggio, borragine e scarola. Si presenta con una sfoglia sottile e gustosa e si degusta principalmente in 3 modi: al “tocco”, il locale sugo di carne, in scodella al vino e “a culo nudo”, cioè solo schiumati, senza condimenti serviti sul tovagliolo come quelli da assaggiare all’Osteria Piemontemare, un’antica casa torre medievale in uno dei carruggi più pittoreschi del centro storico di Gavi. Qui si respira aria antica, quella delle vecchie osterie di una volta, un luogo davvero speciale, un misto di ricordi e di presente alle pareti, con stampe antiche, bottiglie di vino e affiches del nostro tempo, le vecchie pompe da cantina adibite a tavolini e “brinte” di legno, usate un tempo per i travasi del vino, diventate piani d’appoggio. Il titolare è Roberto Ghio, il giovane presidente del Consorzio tutela del Gavi, che qui ha voluto ricreare l’atmosfera del vecchio ristoro che, fino agli anni 50, la sua famiglia gestiva a Bosio, presso la cantina dove tuttora produce i suoi vini tra cui un particolare Cortese passito, il Drác da uve appassite che vengono pressata tra l’Epifania e il giorno di San Valentino dell’anno successivo alla vendemmia.
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[tg_gallery_slider gallery_id=”14173″]Un altra esperienza golosa ed elegante la si può vivere a Monterotondo di Gavi al Ristorante La Gallina dove assaporare una cucina del territorio rivisitata a cui si accompagnano piatti sperimentali e i risotti dello chef Matteo Monfrinotti. Il Ristorante La Gallina è all’interno del Villa Sparina Resort comprende l’Azienda Agricola Villa Sparina, l’Ostelliere, albergo 4 stelle superiore di grande fascino, ma oltre al fascino del luogo e la vista mozzafiato sulle colline circostanti, il tramonto visto da qui è davvero spettacolare, sono assolutamente da vedere le antiche cantine del XVII che si snodano nei sotterranei del resort, spazi dove ancora oggi prendono vita i pregiati vini di Villa Sparina, ma sono anche strutturate per l’organizzazione di eventi, concedetevi una degustazione di Gavi Monterotondo d’annata ne vale la pena.
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[tg_gallery_slider gallery_id=”14175″]Sempre a 10 minuti di auto da Gavi si può godere dell’atmosfera d’antan di Villa Pomela una dimora storica del XVIII secolo con un bellissimo parco dove sembra davvero di tornare in un mondo antico ed elegante a due passi dal famoso Serravalle Designer Outlet, per i maniaci dello shopping. A pochi passi dall’Hotel Villa Bollina che coltiva oltre 30 ettari di vigneto, sono presenti tre strutture ricettive, tra cui un campo da golf a 9 buche, la Villa; un Hotel a 4 stelle con ristorante con una splendida terrazza con vista a perdita d’occhio.
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[tg_gallery_slider gallery_id=”14177″]Per non dimenticare che siamo in un territorio dove si produce vino gli indirizzi ideali dove passare per degustazioni e per comprare qualche bottiglia da portare a casa sono sicuramente Magda Petrini nella moderna cantina con sala di degustazione annessa a Pratolungo di Gavi. Da prenotare una degustazione guidata, il Gavi Docg non dimentichiamo che è un vino a cui piace invecchiare con ottimi risultati.
Incredibile la verticale di Gavi dell’Azienda La Giustiniana alla quale ho avuto il piacere di partecipare qui.
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[tg_gallery_slider gallery_id=”14179″]Un’ altra meta da non perdere è l’Azienda Agricola biodinamica La Raia a Novi Ligure, una delle realtà italiane che si stanno occupando di agricoltura biodinamica. La Raia è certificata Demeter dal 2007 e produce pluripremiati Gavi e Piemonte Barbera. L’attenzione all’ambiente, e la concezione di famiglia di una vita in armonia con la natura, hanno influenzato tutte le attività intraprese, in uno straordinario sogno divenuto realtà. L’azienda della famiglia Rossi Cairo dal 2002 insegue un approccio sostenibile nella coltivazione biodinamica, oltre alla superficie vitata, sono state recuperate le coltivazioni antiche come il farro monococco, il farro dicocco, il farro spelta e la segale ed infine è stato reintrodotto l’allevamento del bestiame a pascolo, con mucche di razza fassone. La ricchezza e la varietà delle vegetazioni che si trovano all’interno della tenuta La Raia la rendono vera oasi di biodiversità per api e altri insetti, non vedevo le libellule da anni. In quest’oasi naturale, grazie alla Fondazione La Raia, hanno trovato collocazione ideale alcune opere d’arte che si fondono perfettamente con il paesaggio.
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[tg_gallery_slider gallery_id=”14181″]Questo territorio del Gavi, a poco più di un’ora da Torino e Milano, merita davvero una visita: una piccola lingua di terra in grado di esprimere uno degli obiettivi centrali del Ministero dei Beni Culturali in occasione del “2018 Anno del Cibo Italiano” lo stretto legame tra vino, arte e paesaggio.
Tutte le informazioni su www.consorziogavi.com